A marzo 2016 l’ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia è nettamente superiore, di quasi 150 miliardi, all’ammontare complessivo della raccolta da clientela, 1.675,1 miliardi di euro
[Fonte ABI].
A marzo 2016 è risultata positiva la variazione annua, +0,1%, del totale prestiti all’economia (che include anche la pubblica amministrazione). Sempre a marzo 2016 anche il totale dei finanziamenti in essere a famiglie e imprese ha presentato una variazione lievemente positiva (+0,1%) nei confronti di marzo 2015, lo stesso valore del mese precedente e assai migliore rispetto al -4,5% di novembre 2013, quando aveva raggiunto il picco negativo. Sulla base degli ultimi dati ufficiali disponibili, relativi a febbraio 2016, l’ammontare complessivo dei mutui in essere delle famiglie ha registrato un variazione positiva di +1% nei confronti di fine febbraio 2015, confermando, anche sulla base dei dati sui finanziamenti in essere, la ripresa del mercato dei mutui.
Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, ad oggi i prestiti all’economia sono passati da 1.673 a 1.824,3 miliardi di euro, quelli a famiglie e imprese da 1.279 a 1.413,5 miliardi di euro.
A marzo 2016, i tassi di interesse sui prestiti si sono posizionati in Italia su livelli ancora più bassi. Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è attestato al 2,36% toccando il minimo storico (2,41% il mese precedente; 5,72% a fine 2007). Sul totale delle nuove erogazioni di mutui circa i due terzi sono mutui a tasso fisso. Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è collocato all’1,80%, (1,70% il mese precedente, 5,48% a fine 2007). Il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,16%, toccando il minimo storico (6,18%, prima della crisi, a fine 2007).
Lo spread fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie permane in Italia su livelli particolarmente bassi, a marzo 2016 è risultato pari a 203 punti base (207 punti base il mese precedente). Prima dell’inizio della crisi finanziaria tale spread superava i 300 punti (329 punti % a fine 2007).